Atto Ro.(Mifpronaamor) Ra. (Mi ili mola fendetti Arg. (Si mora Carlo nò,) tio. (MoraArgim*ndo No; Arg. ( Son Caualier, fon Prence. ) R«. ( Sorfudito, fon feruo .) Arg. (Tradimenti non vfa Vn Cauàllier d’onore.) Ro.(Nen dètradir,'chi è feruo ilfuo Signore )' Arg. (Ma fe a quel Rè dò morte Doride abbraccierò. ) R». (Mà fe fpira queft’empio La vendetta farò. ) Arg. ( Sù mora Cari». ) R« [MoraArgimondo.) «a. (Nò.) Arg ( Ma del regnante Ifpano Come Doride hauròfl e’ella già diede 1 A l’amer fu» la fede '■ Ah m’inganna c«ftui:c«n atto indegne? Vuole ch’io gl’aflìcuri. In vn la bella, e’1 Regno.) O là. R*. Signore. Arg. Come il tuo nome f R<r. Alett. Arg. Alete.in auuenir su la tua fède V iuer pofs’io licuro ? R o. Di buon feruo la fc prometto, e giuro 1 Arg. Dunque da ine dipendi ? Re. Io feruo ad Argi mondo. Arg. Seruìfti a Lucimoro, Rir. Obliò chi altrui mi diede. Arg. Degno Monarca egPè. Re. Ogni Signor,a quel che feirue è Re. Arg. Miei cenni aurai. Re. Gli attendo 1 .