46 ATTO T>or. Dammi il cor. fe mio già fù. Cir. II donalìi a la mia fè. Xkc. Gara gentile. Cari. Vditc: Perche refli ad ogn’ vna il cor intero L’ anno fia tripartito, e per il lungo Corfo di quattro Lune Vna di voi m’abbracci, L’altra, a l’vna fucceda, e così tutto Auranno entro il mio Ietto _ Il piacer a vicenda, & i 1 diletto. Cir. ElTer vogl’ io primiera. Dar. Poca la parte io ftimo. iìte. De l’anno i vò l’elìremo giorno, e ’l primo Car. Che far più refla ? Tjìc. Ecco noua propofta. Quella, che più gradita Al genio del Monarca Comparirà de le fue luci inante» Sola in eterno accolga Lo fpofo in Regio letto. Sta. La mano. Dar. loiariceuo. Cir. Ed io l’acetto. lue. Carlo : sù Trono eccello Compagno à miei trionfi Tolto verrai ; giuif c del vincitore, Che la virtù s’onore. Car. O magnanima, e grande Virtù, de Regi efempio, ( E fon colti-etto à fecondar quell’ empio. ) Dar. Car lo. J Stt. Mio ben. Cir. Mio core. Car. D’vna fola oggi farò ; Manonsò, ■ t Chi di voi belle m’haurà. ' icie-