SECONDO. SCENA II. Gioue [opra vna l'aquila in aria. C Hi nel Cielo Vibra il telo Del fourano Altitonante? Qual Gigante Figlio reodibalTa terra Al mio Regno intima guerra ? Por. O tu, che regi, e le vicende, «.gl’Artri. Ir». Tu ,che i falli dell* vom vedi, e punici. Am. S* Vnqua amorofa face T’incenerì Un ne 1' Eterea sfera. Am] CaiIovÌaa - ÌT«.) Carlopera. Gio. Da noi, che a l’vom mortale Lafciam libero in terra L 1 arbitrio in fra i viuenti, onde a fua voglia Se iìeflo egli gouerna , Al Aio voler,eh’il rege Quàsù preferitta vncjua non elalege. Ir». Se Gioue è fordo a lupplicheuol Nume. Fw* Se (cordato de P votii# eli c a luì ujide Non più di lui fi cura . _ *> Ir». Radamanto , For. Il Gioue d‘ Etebo. » a. Noftri voti accoglierà. Gio. Toruo Rè de motti popoli Lege à viui vnqua non dà. Am. Ei per me le crude Eumenid» Scioglierà. Gio. Tornecan neStigi vortici. Gii*. Verran meco da fotterra. ^’^Guerra.^j Guerra .Gio. Gujrra.