PRIMO. 3f Lr». E à me diano l’armi, ed il furore S L«r. £ degna di pietà colpa d'Amore : (Quai trauaganze io vidi ) Ne le foglie reali. Guidatele . Le# Signor j ne la tii a corte Permetti,ch’iofinifeaigiorni, egl’anni* SerUo di cjtlefta bella < L#c. A tutte feruidi. p'V,(Ecoftui Lucimoro' ) L#c. Ite ò vaghe Reme , io de la lite Il Earidefiròi J Mìa Vn nimico riual non (offrirò . J LV. Sarai mio !" 5f<r, Di chi farai f t>or. Sarai d’altra t il 5. Si, ònò ! Le#. Penfa bene à ciò , che fai t Sta Se infedel mi lafcierai. OV. Se crude) ini tradirai. Ijor. La riual fe abbracci era! a Cir. Ti fuenerò. Ste. TVcciderò < tìor. Ti sbranerò’. Le». Ed’to con l'offa à i dadi giocherò. SCENA XVIII. lycmoKo, cMyio, M Onàrca.a pena è dato Al folgore di Gìóue ^tenari Regi in terra; (Ma in Iberia non viua che vinto col nome anco fa guerra. ) B 6 C ite.