3i atto "Lue. T’aqueta ò regai Donna. Ver. Sì, vò che mora sì; Chi mi feorta il traditore.' Chi lo guida al mio furore 5 Pera l’empio in quello dì . Sì, vò che mora sì. Z#r.(Vediamfe pur fon veri . , Gli fdegni di cortei ] là, vedi, offerua. Qual prigionier qui viene. Addio, (celato* De Tirata Re ina Oflerueròlemorfe) SCENA XVI. tarlo viene, e pajfando (lattanti à ficrea. Ella dice • Ste. /^\ Mio Re . C«rl\~s Steficrea. Ste. Idolo mio. Cari. Mia vita. Sifà tmmti V Ver. O là, qual folle ardire Donna ti fpinge ai feno, De l’Italico Sire? Curi. ( Quella al ferabiante Doride parmi.) Ste. I Io tacio. ) Sotto ’1 Cielo d’Efpcria a le Reme In side i propri) alletti la libertà lì toglie ? . Iter. 1 u fei Rcina ? Ste. E a Carlo Son io Conforte. D<ir. Conforte? Ste. in grembo a T aque