. PRIMO. », * gfand’Ifpana Reggia f\/\i;P elto ^ e I Nume. / M indori Col di te ò Monarci il lume. 0/" c- ruite ° m ' e * * n *l>c lena il braccio aura Perete inuittoio pugnerò '--h’vnqiii vincermi non può e nafc 1 Stolta Din che ignuda va _ e co!f> l" — SCENA XV. delle Hauì LPClMORf* STESIC^EJ. fri prigioni. C Ire là Vi de morti Sono ingombre l’arene / R.trononela fugg» lu, n° iIUloRè Recatene.' t!; ì» te° colui! Cir.snlle,cKefento ì f ^ Vengami mante, e venga y . Donde la vezzofa. Perch’io cinga il crin d’allori n i [Il Per me in ciel s’arman le ftelle : v ' ( t E co là sù le procelle Seminar ftragi, e furori. SCENA XVI. DORIDE detti , ij 0 ^' I) Einahabbianao vinto. • in, e- ^*nfed’Iberia il Marte? jjtiyinfe. Dor. Dome, ‘■'Qu c cobi, che mi tradì fellone ? * * 4 Dfc refta Ite gna