14 ATTO Qtti s'in^ennc'h’ ì Leno . Vietitene a me, t’aftìvtta. Lea. Omagta maledetta . Cir. Iti virtù diqnc! l.ico,, Ch’ora diftiiioin sù l’aperta piaga , Toftoben’io di Carlo Certi Inprò gl’euenti. le.a. Eh lafcia ornai chi già di fpirto è priite : Partiam , pa-tiamo, e in vece Di conwctfarco’tnorti, afpcttail viuo. *&, • Cir.Che più attéderdourò?fai purch’in guerra e n. S Da che giabellkofo filetta. i r . Cario,’l mi regiofpofo Alfuon partirle ì’Aquitana Tromba Mifera, più nouelìa Di lai non ebbi , e l’Anno Vertiò due volte. Len E ver, mi, che ti gioita Irne io feuo à le Tombe ? Molle freddo Cadauere fm<rrito Darti non può, ciò , che ti diè il marito.' Cir. Odimi tu dal ballo Chioftro ardente Alma, che qui laiciafti Vuoto il corpo giacente . Torna, riedi al carcer primo , Riedi al mondo , eterna al dì. jfVnco fi ta dp. ad vbbidirnai ? e Stige a, W»a fente il cenno ? Le.io .Lafcin 1 a face. gli U letta eli mano. Lete, Addio. Cir. Olà. %ea. Da la-paura i eh’ ornai parte di me s’indura • Cwe AffiUi* fopr* il Cadamre Ui faft.