TRI „ Donna io fon, c vn giorno amai ,, Mà negar, non feppi mai „ Ad’alcun dolce riftor ,, Non ho,&c. £w.Anc’io riedo à la reggia j Signor tù reità, c godi, E lortita al fioPimprefa: Pianta‘1; vcflil ne la Città, ch’è prefa SCENA XVIII , Galieno fole . Odi ò core, e cangia fpeffo jjVj In Amor le vuoi gioir, -t. ,,Col variar in fenTaffetto „ Si moltiplica il diletto, „ E vn piacere Tempre ifteffo i, Si conuerte anco in iractir „Godi,&c. „G#diò core Yaiiaaffettó] „ Se gioir brami in Amor „ Col cangiar ogni momenti» „ Si moltiplica il contento „ E vn piacere fempre ifteffo^ „ Si conuerte anco in martir" t ,,Godi,fcc. SCENA XIX, Sileno. «/'"'VVantofei cara à mè Gradita pouertà : ,, Ruftico tetto, » Digitai ricetto ,, Mai non farà, >, E in raggio petto >, Dolce diletto