j?o \A T T 0 Porterà d'Attamene è tù fignore Poco dianzi il giurarti Son Re di nome, è d’opre, e tanto balli, Io che pitìtacio} Eccoti ò Rè fourano Difcioho il Regio piede De le Ferree catene E l’odiato capo Eccoti d’Artamenc, CambJLd io fchemito Dunque rimali; Man. (Affiliateli o Cicli .) ^fy7.-Peifidiffnni Numi Coli d’Traditori.. SCENA XXIII. Armidoro, Rofane, ì detti. F Rena ò Padre i furori Sappi che il Caualliero Che tiaditot crederti Eia regai Rofane D’Alfina la Regina, edè la Iteffa Che ti fottrafle al audo aciar di Cloe» . Jlfi. Rofane la nimica; Màqui come Rofane ? Come donna Ai tamene ; Ea/Veudetta, Amor mi (limolar le piante yifl. Io di ferro omicida La delira armato E per fottrarmi à I’onte Di tue furie Idegnofe in quelle fpoglie Tentai la tua caduta. Man. Io dal carcere ofeuro Già ’lfottraili l’adoro A fi. Mandane è la mia vita Man,