3 i U T T 0 SCENA IV. Art amene in habito da Donna Armidoro • I L mio Fato Suenturato Forfè vn di fi cantieri La mia ftella Meu rubella Più benigna per me rifplenderà. Ah Rofane Rofaue. Ah del tuo Campo Quai fur gli cueoti ? Arm. Rofane ! oh Dei che Cento ? Vaga Donzella ,ò tù ch’ai Sol nafeente Coi rai del volto à ballenar infegni t Dhe fc graue non t’è narra, e palefa Come tù di Rofane Profcrifti il bel nome 5 Art. ( Fingi Arcamene^ Con titolo di ferua Di Fallade lì altera, io feminate Vidi le ftragi. Arm.[ Fù ferua à la beltà, che m’inamora > ) Art. ( Al nome di Rofane ei fi fcolora ) Arm. Chi ti fù feorta ì quello Cielo ? Art>h l’or i che torto ferro Incatenò Atramene Perdei la libertà frà le catene. 'ArmMà come fciolta Libero torci il paffo ? tifrr.Pietà del fedo imbelle Sciolfe al piede i legami, ’Arnt.Comz t’appelli? Art.Rimiti. Arm.[$ on una il crin mi porge ) Se