scena xxiir. P „ , Marte. Er la morte d'Adone' Dolente è Citerea, quindi mi fde®na Ma non perciò difpero, ' ^vftìifpe'rand* ^ m *° ^ llor P er *fiero, R Miocore,chJ si. Se vuoi godere Non dei temere, » Che (offrendo, Languendo, „E pregando Può vincetfi amando Ri trofa beiti. Viui &c. Se vuoi gioire Non dei languire, «Che lèggendo, *> Sime rido, .,E penando Può vincerfi amando Ritrofa beltà. Vini Ice» SCENA XXIV. Tempio di Venere con U (tatua ■aella Dea nej mezzo. * j ry.v -i Rotio ?fP e ’ F *ljtrerta. ned. C I il tuo rigor cangiato » d ' ,^ h ì vint0 la tua **■' MM di fpofà Ti do la dfftrfijn Ma qui, ò bella del Rxgno beato, Oggi fi dan le forti. Il di fatale . Ecco già da i Oraeoi e predetto In cui Sa d^Amaturi»3 il n — . JCC co gra na 1-uraeol o predetto In cui fi a d'Amatunta il Reg« cfttto. Fa/s. £