V R I M 0 '. 21 Mer. Adon diFalfirena! E come ò RodoafpeSlW.ElIa rapito L'hà poc'anzi à Dorifbe in quello loco; Ma fe pregar mi lice Cillenio habbi pietà de’rioftri guai. Mer. Collidati,chi sà?fpera,e godrai. far, Rod,Cìngi vna volta il Ciel ,,L’oftinato rigor Del mio deftin crudcl. Cbe fin hora il Dio d’Amore Quejto cote Non nudrì,fo non di fel. Cangi, &c, farle S C E N A XX. Giardino di Venere. Venert poi dimore* Yen, QOpra l'ali de la lpene O Al mio bene , Che non voli amante cor s Col penfiero di gioire li languire Roddolcir può folo Amor J Am. Nouacagion di doglie T’arreco.ò Genitrice. Fe».ohimè che fia? jfw.Falfitena la maga Adonti toglie . JVs.Adonm'è tolto ? acerba pena,c ria. Am Mà non temer, che il petto Hautà Hi ghiaccio , ed io coli prometto. Se no’l comanda amor Nell'un s’accende : Ne l'amorofo ardor Mai fi della in vn cor S'ci lo contende. Se no’l, &c, Maquà ne giunge Marte Io vado i n altra pai te. l’arte. SCE»