Sarò d’ogni fatica; io, fe ti piace, Sull’ erudite carte Saprò teco vegliar; teco, fe vuoi, Sotto l’elmo guerriero Sudar faprò. Le meritate lodi Dal mio labbro udirai Del mondo ammirator. Dal labbro mio Potrai gl’inni votivi De’ popoli afcoltar, refi felici Sol da tuoi beneficj : e ad ogn’ imprefa, Che ordirà la tua mente in pace, o in campo, Sarò fempre d’aita, e mai d’inciampo. Io di mia man la fronte T’adornerò d’allori: Tergerne i bei fudori Io di mia man %>rò. Piane le vie fcofcefe, Certe le dubbie imprefe, Piacevoli gli affanni Sempre ti renderò. Alcide. L’odi Aretéa? Aretea. L’odo;, mi piace, e dei Quelle offerte accettar. Alcide. Come! E tu vuol, Che s’abbandoni Alcide Del piacere al defìo ? Aretea. Del cielo un dono,, Non men che la ragione, E il desìo del piacer : ma i doni uniti Separar non convien. Denno a vicenda / Secondarli fra lor. Quella prudente Sceglie, emifura; anima l’altro, e quindi Stimolo an le bell’ opre, Soccorfo »