18 SCENA FUI. ALCIDE foto. Oh quale a que’ pungenti Rimproveri paterni intolerante Brama d’onore il cor m’infiamma ! Andiamo : E' tempo d’efeguir. Ma quelle onufte {S’avvede, che i due tati detta feena fono guerniti di Genj confacenti alle rifpettine oppofte Jlrade. Soflen- gono quei della Virtù differenti arnefi fcientifici » militari ; quei del Piacere alt incontro varj /irò* menti della mollezza e del luffa.') Di fi diverfi arnefi oppofte. fchiere Perchè vengono a gara ? Eletti doni Par che m’offrano entrambe. Al mio cammino Neceffarj ftromenti Forfè faran. Qui di ricchezza alletta Il faftofo balen. Ma qui non trovo Che molli armi dell’ ozio. A quali imprefe Giovar potran le propore di Tiro, I balfami Sabei, le gemme, l’oro, II vetro configlier? No: del guerriero, Che lampeggiacela, lucido acciaro Miglior ufo io farò. L’elmo, lo feudo, Il brando, e la lorica {Velie le armi affifiito da' Genj militari.') Sian le mie pompe. Ah quale ardor guerriero, Mentre il, mio fianco il nobil pefo aggrava, Mi ricerca ogni fibra ! Eccomi amici : Si, fi, l’invito accetto, Moftratemi il fender. La voftra aita Ora, o Dei, non negate a chi v’imita. (/ Genj della Virtù precedono -Alcide per la Jirada della deftra , e gli altri del Piacere ne occupano pronta mente ? ingreffo, e procurano con vezzi e con tufinghe et impedirgliene il puffo.) Ma