*5 SCENA V. ALCIDE ed ARETEA. Alcide, Perchè da noi tremando Edonide s’invola ? Aretea. Ah figlio un’ alma Già fra gli agj avvilita, Vinta dall’ ozio, e a ftrafcinare avvezza Le molli del piacer lente catene, Ne pur l’idea del mio fudor foftiene. Alcide. E pure ardita a foftener la gara. . . Aret, Non più. Siedi al mio fianco: offervae impara (Si cambia in un momento il Bivio nella maeflofa reggia della Virtù, Tutto e pieno d’Eroi, d'Eroine e di Gtnj feguaci della Virtù, i quali contano:') Se bramate efler felici, Alme belle, è in quella fchiera L’innocente, la lincerà, La fedel felicità. Aretea. Dove Alcide ? Alcide. A mifchiarmi Fra quella fchiera illuftre. Aretea. Afpetta : e al ciglio Non fidarti cofi. Quelle non fono Che apparenze iftruttive, onde tu pofla Deliberar di nulla ignaro. Alcide. Ormai. Sono iftrutto abbaftanza : A feguir l’orme tue pronto fon io. Aretea. Sei pronto ? Alcide. Ah sì. Aretea. Dunque efeguifci, addio. (Parte. Al par tir d'Aretea fi dilegua f apparenza della fua reggia, fi trova Alcide di nuovo nel Bivio attonita e fofpefo.) SCENA