Son l’alme un’ onda pura Di forgente immortai ; non deftinatt In fangofa palude Putrida a riftagnar ; ma della terra A ricercar le vene Benefica e vivace. E fe tal volta Travia da quel fentiero, Che l’eterna ragione a lei difegna! Dell’ origine fua diventa indegna. Quell’ onda, che ruina Dalla pendice alpina, Balza, fi frange, e mormora ; Ma limpida fi fà. Altra ripofa, e vero, In cupo fondo ombrofo ; Ma perde in quel ripofo Tutta la fua beltà. D- C* Edonide. Magnifiche parole,^ Solo oftenta Aretea : ma i bei diletti Io ti moftrai della mia reggia. Avetea. Ed io I penofi travagli Della paleftra mia A inoltrarti fon pronta. Edonide. Ah no ! > f Aretea. Vedrai Quai dall’ anime grandi Difficili io dimando illuftri prove. Alcide. Si fi. Edonide. Mi trema il cor: fuggafi altrove. (Parte.) SCENA