9 Non palìfar ftoltamente Fra gli Itenti e i fudori La ftagion de’ diletti e degli amori. E' ragion, fe l’intendi Rapir franco e ficuro Qualunque amica occafion la forte Offre a te di goder : ne col penfiero D’un mal futuro avvelenar giammai Il prefente piacer. Quella dottrina Da me fola s’impara. Onde fe tanto Ai di ragion desìo, Sieguimi pur : la tua ragion fon io. Non verrano, a turbarti i ripofì, Atre fchiere di cure Tevere, Neri affanni - tiranni d’un cor. Vivrai lieto nel fen de’ contenti Alternando i tuoi giorni ridenti Fra gli fcherzi di Bacco e d’Amor. Alcide. Son grandi in ver le tue promelfe Edonide.. E grandi Saran gli affetti. Affai tardafti. Andiamo Quinci del tuo delfino I favori a goder. Quello e_il cammino. Alcide. Ma quel cammin dove conduce ? Edonide. Al porto D’egni umana tempefta; al primo, al chiaro D’ogni felicità fonte natio, Del piacere alla reggia, al regno mio. Alcide. Di cotella tua reggia, Perdonami, io non polfo Formarmi idea che mi feduca. Edonide. Ed io Poffo a un cenno, fe vuoi, fra quelle piante A 5 Farti