7 Che vezzo fedottor l Qual s’offre mai Di grazia, di beltà, d’arte e di luffò Spettacolo leggiadro agli occhj miei ? ^ Che fa? Che vuol ? Chi farà mai coftei ? Chiedali. . . No. Differirebbe un vano Talento giovanil quel grande iftante f Che il mio deftin decide. ( Vuole imaminarfi, ma richiamata dal tanto dì Edtn nide fi ferma.') SCENA III. ALCIDE ed EDONIDE. Edonide. Ferma, Alcide! arrefta i palli ! Fra que’ tronchi, fra que’ falli Ah non porre incauto il piè. Alcide. Oh come fa trovar le vie del core Di quei foavi accenti La grazia allettatrice ! Edonide. Se felice effer tu vuoi Del tenor de giorni tuoi Il penfier confida a me. Alcide. Ed io non parto ancora? Ah colpa è una dimora, Che alle nobili imprefe il fil recide. (Vuole iucaminarfi.) Edonide. Ferma, Alcide - arrefta i palli. Fra que’ tronchi, fra que’ falli Ah non porre incauto il piè. Alcide. Ma chi fei tu ? Sei forfè Illufion ridente, Che formano alla mente i fenfi miei? Sei donna? o Diva fei ? Perchè m’arrefti % Che vuoi da me ? ^ Edomde.