30 U T T 0 Scìp. Queft’è Siface. Cat. II dicono le vedi Se noi confetta i I voi to, Cui le fembianze il prccipitio hà tolto . Scip. Orrido euento di Dedin /piotato So!. Mifero, fuenturato Cat. Hà ne la delira in foglio. Scip. Ledo Io prendi. Sol. Eccoio à te Sionore* Scip. Leggerò qui in difparre il fuo tenone . ' A Scipione, Scipione Sofonisba mia fpofi,e fua cattiua Mattmiffa ti cela, e per lafciua Fiamma, che gli arde il core Tenta vile, & indegno Ofeurarmi l'onore. Da la Torre mi getto ; e fe gli Dei Confentiran, ch'io viua D ogni mio torto prenderò vendetta j. Se di morir m'auuiene à la tua fede Sofonisba confegno. li Mondo ve^ia Che l’inuitto Scipione 03 1 Nobile fè con generole forti Otterua a i vini, e non la nega à i morti Il Rè Siface. ( Sfortunato ; adunque % « Jr Tant’ofa Ma/Iiniffa ; E il pii bel presio ‘ De’miei trofei mi toglie ? Sottrarrò Sofonisba à le fue voglie.) Cat. Che ftriue, ondeti turbi ? mScip.ha mifera follia del fuo furore. (Di Maffmitta vuò tacer l’errore. ) a bar Qual de’Romani èl'vfo S’arda l’edinto, e’1 cenere fatale Serbi de l'infelice vrna regale . Vieti condotto via il cadauert . SCE.