18" Jl T T O Laffo non ben l’inwnde. Chi fcherza co”lé fiamme vn dì s’accende ; S CENA Vili. ì ' » '^4/drubttie y 8tfitee.. ’JLfi. „ A L totali d'atti i crudeli „ jfi Ccflcd’AffVicailDeftin: ,, Ne fpcrar mi lice alfin, ,, Che tenor cangino i 1 Cieli. Sif. Afdrubale? jf/d. Siface ! ò quanto infeudo Fù il giorno in cui s’vnito Conno 11 Marte Latin le ndftre fchiere .. Furie falangi intere Rotte, e fparfe, e tettammo Tu fenza regno prigioniero, io vinto . Senza genti, c fenz’armi se.qnì d’intorno f. Raccolte pocche, e mi ter e reliquie Di fuggitine turbe Son ridotto infelice Da l’arbittio rapace. Del Vincitore à mendicai la pace Sif. De l'animadolentc Non ritoccati^acerbeipiaghe ..Qi’odl, ’Viuec.qnì più noTi'PDflb, Vfcirnedeggio. irf/*A^'E.come « Sif. Se non altronde^ modi Haurò dal prccipitio. uf/dr. Qual’impeto ti sforza * Sif. Sia prudenza,od infania,v.fcime è fotza,. A/dr. Come vfciraiiSif.Dietroà la torre il fi- E più cauto, e nafeofa. (to. lui t’attendo; Io qui p : ù dirnon ofo^ Si ritira dentro ln-ttrre Jtjdr,,, Chi,