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T‘RIMO. 15 '..Perche refe vi Rete . ^Rubelle al mio Deftin ? (lafloi ,, Per voi fui Rege vn tempo, ed ora,aha ,, M'è trono vn ceppo, ed è mia Reggi. Sfortunato Siface, in pochi iftanti(vn fallo* E regno,e Moglie,c libertà perdei j E m'è rimallo, oh Dio, Tanto di Mondo à pena Quanto può mi furar brctlc catena » Sol, „ Condolati, Signore , ,, Che molti hanno di tè forte peggiore, Sif „ E qual fi può giamai tj Trouar maggior martire } „ Viuer penando, e non poter morire ; Sol, „ Ma vien gente. Ritira „ Meco, Signor entro la Rocca il palio , Sif. „ Ecco ti feguo, ahi laflo ! (inuolto ? „Ftà quante angofcieil mio Deltin m’hà „ Anco de l’aria il refpirar m’è tolto ? Ma che 5 Nel petto hò core, >t Che sà vincer de gli aftri ogni rigore, ,, A difpetto de la forte ,, Benché cinto di ritorte . „ Sempre il cor collante hanrò, „ Di fortuna il rigor non temo nò» „ Anco in onta del mio Fato ,, Benché in ceppi, e carenato^ „ Sempre il cor collante hanrò^ ^ „ Di Fortuna il rigor non temo nò» SCENA VI. So foni fi a in babito d'huomOìMAlfìttifftt. Sof.,, C^VNdc voi, che mormotate j.VJ Al foffiar d’aura felice, ' ?»*•»'