T E R Z Ò. 53 SCENA VI Graziojtno, poi Cintia. Grras.^^OIui di Ferramonte V_> M’ha coniìgliato ad eflere crudele ; Ma fe una Donna poi gli alidade apprefl'o, Come un poltrone ci cafcherebbe anch'erto Cint. Lupi, Tigri, Leoni, \ Gattipardì, Pantere, Orli, e Martini Mi Tento a divorar ne gl’inteftini. Graz. Ecco qui un’altro imbroglio. Cint. Fermate; è mio quel Soglio, Io vi voglio Talir. Ma Giove irato Mi fulmina, e precipita, E la Terra mi affoga, e il Mar mi accoppa, Ahimè, mi danno un maglio fòlla Coppa, Graz. Quella è pazza davvero. Cint. Buon giorno, Cavaliero, Graz. Schiavo ; padrona mia. Cint. Andate col malan, che il Ciel vi dia. Graz. (Ha perduto il Cervello.) Cint. Perfido, tu Tei quello, Che vuol rapirmi il Trono ? Vattene, o ti baftono. Graz. Io non so nulla. Cint, Il Capo mi frulla, La teftafen va. D 3 La