TERZO. E quando /’ hanno accefio, Si gonfiano, S'inalzano, E voglion comandar, SCENA IV. Rina Mino, I L periglio pallate Cauto mi ha refo, e colla Donna accorta Cieco più non farò. Tulia per altro Non è delle più fcaltre ; Che fé tal folle Hata, Quella Spada ferbata io non avrei, Per troncare con quella i lacci, miei. Onde amarla pofs’ io fenz-a timore, Che ingannare mi voglia il di Lei Cuore, Chi troppo ad Amor crede, Si vede ad ingannar} .Ma il fempre dubitar Tormento è affai maggior, SCENA V, Aurora, e Grazio fino, Gras.^JOn ne vuò più fapere, Aur, Io fon perduta, Se Voi mi abbandonate. Graz. Siete Femine tutte indiavolate, P 2 Aur,