TERZO. 49 .SCENA II. * Tulia, e detti. Tul. A Himè! Chi mi foccorre? Rin. Ah Tulia mia! Ferr. (Amico, ftate forte.) (piano a Rin, Tul. Vogliono la mia morte, Rin. E chi è, che vi minaccia? Ferr. (Non la mirate in faccia.) (come /opra» '» Tul. Le Donne invidiofe, Superbe, orgogliofe, Per il delio d’occupar fole il Regno* Ardono fra di lor d’ira, e di fdegno. Rin. Ah! Voi pietà mi fate. Ferr. (Rinaldin, non cafcate.) Tul. A Voi mi raccomando J Deh Voi mi difendete, Ferr. (Forti, non le credete») Fui. Deh nort mi abbandonate. Ferr. ( Forti, non le badate.) Rin. La devo abbandonare? Ferr. (Un’altra volta vi vorrà ingannare.) v Rin. Tulia, che pretendete? Tul. E (Ter a voi foggetta, > Rinunciar del comando Ogni ragion? a Voi, Rin. Che far degg’io? (a Fer. Ferr. (Prendetela in parola.) (« Riti. Rin. Idolo mio, venite ; a quella legge Novamente v’accetto, ^ Tul. Amor, e fedeltà io vi prometto, D Se