■20 ATTO So che aun core innamorato JJ ozio filo è £ alimento, Ma pur fio, cha me è tormento] Perche il ben. fa dilungar. scena x. Giacinto» ed Aurora.] Ciac, fyi Diana mia gentile ! Aur. ^ Vago Ateone! Giac. Piacemi il paragone, ^ Poiché fon volito amante, e voltro lervo, Ma ohimè, che Ateone è diventato un cervo! Aur Io crudele non fon qual fu la Dea, Giac. Ne io farò immodefto, Qual fu il Paftor dolente. Aur. Siete bello, e prudente. Giac. Tutta volita bontà. Aur. Giacinto, in verità Voi mi piacete affai. Giac. Arder tutto mi lènto ai voftn raù Cintici, e Detti. ; SCENA XI. x Cint. (pOn Aurora Giacinto ? ) ' Aur. Ma yoì di Cintia liete. {da fi. Giac.