Ig ATTO Tut. Dite il ver Rinaldino, Siete pentito ancor tf avervi refo Suddito, e fervo mio? vi pefa, e increlcc Della fmarrita libertà primiera? Sembravi la catena afpra, efevera? Jiin. Oh dolciflìmi nodi, Sofpirati, voluti, e cari Tempre Al mio tenero cor! fudino pure Sotto 1* elmo i guerrieri ; Aftrea tormenti I feguaci del Foro ; e di Galeno Sù i fogli mal intefi Studi, e s’ affanni il Fifico Impoftore. Io feguace d’ amore Fuor della turba infana, Di chi mena fua vita in duri flenti, Godo, voffra mercè, pace, e contenti. TuL Noi con pietà trattiamo I vaffaìli, ed i fervi, e non crudeli Siamo coll’Uom, qual collaDonna è l’Uomo. Noi dai configli efclufe, . Prive d 5 autorità, come fè nate Non compagne dell’Uom, ma ferve, e Ichiave, Solo ad opere fervili Condannate dal voifro ingrato feflo, Far per noi fi dovrìa con voi lo fleflb. Ma noftra autorità, noflro rigore Temprerà dolce amore, 1 Ed il voflro lervir, che non fia grave, Sarà grato per noi, per voi foave. - Zra pene un core Diviene amante, E più v