PRIMO. Facilità del fedo A lkziarfi di tutto, e cambiar fpeffo. Son figlia domi Padre, Ma non fi fa di chi: ■ Mi raccontò mia madre Odigli era une gran Signor fio poi fon virtuofa, Un trantmin graziofia; Direi che beila fiono, Marni vergogno un po. Non fono ' malizio fa, Ma il fato mio lo fi>. SCÈNA vili. lìdia, poi Rinaldino. Tul. VIA io, per dir il vero, ^ Sons di cor più tenero di lei. Son con gli amanti miei Quanto bada leverà e orgogliofa, Ma fon, quando fia d’uopo, anco pietofa, Talor fingo il rigore, Freno di lor l’affetto, e la baldanza, Fra il timore li tengo, e la fperanza. Rin. Tuba, bell’ idol mio, De voftri fervi il più fedel fon’ io. Deh oziola non lafciate La mia fede, il mio zelo, Che fol quando per voi, bella, m’adopro, Felicità nel mio delfino io fcopro. 13 Tul.