16 ATTO Cara Cintia, al/or che voglio Da te lungi andar un pajfo, Sento in me fi gran cordoglio ChenP impetro come un fajjo, Perdo m* i fenfi, fon gelato Refio immoto accanto a te. Quel bel volto, anima mia, Ah il mio cor già pena, e smania, la conofci, tu ben vedi Che Jcolpito è in petto a me. SCENA VII. Cinta, poi Tulia. Cint./~\U quanto mi fan ridere * / Con quefto fofpirar, con quefto piangere» Gli Uomini non s’avveggono, Che quanto più.le pregano, Le Donne «nluperbite più diventano, E gli amanti per gioco all 1 or tormentano. Tu!. Cintia, che mai facefte Al povero Giacitito ? Egli fofpira, Egli fmania, e delira ; Ah, fe cosi farete, L 1 impero di quel cor voi perderete* Cint. Anzi più facilmente Lo perderei colla pietade, e i vezzi* Gl’Uomini fono avezzi Per la foverchia nolirà Facilità