PRIMO. Se voi mi dileggiate, Come s’io folli un Uom zottico, e vile, E Audio in van di comparir gentile. Cint. Senza Ihidiar, voi liete Abbaftanza gentil, graziolò, e bello. Quell’occhio briconcello, Quel vezzofo bocchin, quel bel vifetto M’hanno fatta una piaga in mezzo al petto, Giac. Dunque, cara, mi amate ? Cint. Sì, v’adoro. Giac. Idol mio, mio teloro, Lingua non ho ballante Per render grazie al voltro dolce amore Concedete il favore, Che rifpettolàmente, E umililllmamente Io vi polla baciar la bella mano. Cint. Oh Signor nò ; voi lo Iperate in vano. Giac. Ma perchè mai ? Perchè ? Cint. Quelle grazie dame Non li han sì facilmente. Giac. Io morirò. Cinti Non me n’importa niente. Giac. Dunque, fe non v’importa, D’altra bella làrò, Cint. Voi liete mio. Giac. Che ne volete far? Cint. Quel,' che vogPìo. Giac. Ah quel dolce rigor più m’incatena J Soffrirò la mia pena, Morirò, fchiatterò, fe lo bramate, .Balta, bell’idol mio, che voi mi amate. Cara