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i4 ATTO Giac. Deh Iafciate, ch’io polla Coll’odorofo fiato De miei caldi lolpiri Quelle belle incenfar guancie adorate. Cìnt. Andate via di qua ; non mi feccate. Giac. Ah, fe fdegnate, o bella, I fumi del mio cor, porterò altrove II mio guardo, il mio piede ; II mio affetto lincerò, e la mia fede. Cint. Olà, così fi parla ? Voi bacarvi da me ! Voi d’altra Donna Servo, lchiavo, ed amante? Temerario, arrogante, Voi dovete loflrir le mie catene. Giac. Qual mercede averò ? • Cìnt. Tormenti, e pene. Giac. Giove, Pluton, Nettuno, Dei tremendi, e poffenti, Voi, che udite gli accenti D’una Donna fpietata, Spezzate voi quella catena ingrata. Sì, sì, Nettun m’inlpira, Giove mi da valore ; ' Pluto mi da furore, Perfida tirannia, Umilmente m’inchino, e vado via. * Cint. Fermatevi, ed avrete Tanto cor di lafcìarmi? Voi dicefle d’amarmi, Di fervimi fedel con tutto il core, Ed ora mi Iafciate? Ah traditoreI Giac. Ma fe voi mi prezzate, Se