PRIMO. SCENA IV. Aurora, poi Graziofino. Aur.f~^He piacer, che diletto Puoi recar alla Donna il fier rigore ! Il trattar con amore Gl’Uomini a Noi foggetti Soffrir li fa la fervitude in pace, E la Femina gode, e fi compiace. Io fra quanti fon prefi ai lacci noftri Amo il mio Graziofino, Amorofo, fedele, e fomplicino, E lo tratto, perche mi adori, e apprezzi, Con foavi parole, e dolci vezzi. E k (Efce un fervo. Venga qui torto Graziofino, lo fchiavo a me foggetto. (parte il fervo. In fatti il poveretto Merita, ch’io gli faccia buona ciera, Se mi ferve, e mi fa da Cameriera. Eccolo, ch’egli viene. Ehi Graziolino. Graz. Signora. (viene facendo le. Calze, Aur. Cofafate? Graz. Lavoro in fretta in fretta, E in tre mefi ho fatt’io mezza Calzetta. Aur. Lafciate il lavorar. Venite qui. Graz. Bene, Signora sì. Aur. Obbedirete Tempre i Cenni miei ? Graz. Io faccio quello, che comanda Lei. A 5 Aur.