8 ATTO « Che nei vezzi, nei {guardi, e in le parole. Spade, e lande trattar, loriche, e Scudi Non è colà da noi. Se l’TJuom fi fcuote, Val più un braccio di Lui, che dieci delire Di Femine vezzole e tenerelle, Ch’anno il loro potere in e (Ter belle. Aur. Tulia, Voi, per dir vero, Saviamente parlate, e a Voi la forte Die Sedò Feminile, Ma il fenno, ed il faper più che virile, Anzi Madre Natura Alla breve datura Del vodro Corpo graziofetto, e bello Ha lupplito con darvi adài cervello ; Indi la Madre vodra Vi die il nome di Tulia con ragione, Poiché fembrate un Tulio Cicerone. Tul. Raguniamo il Conlìglio. Facciam, che dabilite Siano leggi migliori, onde lì renda Impodibile al Uom lèuotere il giogo. Che le 1 Uomo ritorna ad eder liero, Fara drage crudel del nodro Impero. Fiero Leon, che audace Scorfe per f ampia arena, Soffre la fua Catena, . E minacciar non sa. Mafie quei lacci fpezza, Ritorna alla fierezza. Stragi facendo ei va. SCE-