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•PRIMO* 4J . E quello ancora! AffiM erc 63 pietade implora v In fi dure vicende; “'orw.Vuòtacer,e morir* ^ Arf-Ei non m’intende ; Qual rispetto t’affrena? TViiffi pur fefolfe anco Regina Il tacer non importa. Chi ami ? Or>». Ella m’affid 1 ; Or vuò morir, e Arfino Arf-O là ( fon morta) <* parte Orm. Chiedo pietade. . Arf. Audace , Or.Deh perdona; Ar. Superbo, Se nonfofle perche ; k baftà m’.ntendi :o Or prèndi,taci , e parti gli donna v» ntr. Se non folle perche vorrei fuenarti. Or. In così gran martire Pere ie ir >j>po parlai vado a morire . Deh mio ben fe balla il piato Ver fi0 Ar- Perfmorzarglifdegnituoi; fino e Piangerò quanto tu vuoi; Piangerò per fino à tanto , Che per gl'occhi il cor fi {tempre ; Se balla iì pianger mio,piàgerò sépre. SCENA XVllt. Arfinoe fola. Arf-C^Onfolatimiocore, ‘r V> Che fpeme lufingliicra , Par, che vadi dicendo, fpera , fpera. Soli Amante , e fon ferita -, J3 E l’og-