( 116 ) Se> Di Tebe e d’Argo; o dalle Greche iponde Di Tragedie feconde . Le domeniche furie Vennero a quelli lidi Della prole di Cadmo, e degli Atridi* Là d’un Monarca ingiufto L ingrata crudeltà m* empie d* orrore D’un Padre traditore Qua la colpa m’agghiaccia. E lo fpofo innocente hò Tempre in faccia. O imagini fimefte! O memorie! Omartiro! Ed io parlo infelice, ed io refpiro? Ab! non fori io, che parlo,> E il barbaro dolore, Che mi divide il core, Che delirar mi fa! Non cura il Ciel tiranna E affanno, In cui mi vedo : XJn fulmine gli chiedo, E un fulmine non ha-