n r % o- 5* b>. Taclycrudel » t’afeondi t adempì àT ajo La tua gtad’oprr^e Oftilio al fin qui ivena.. . ^ D’ubbidienza è l’alo* mia ibi pica* » •j rlptr paimrrft •, ■ a T»/,. Prima Aujufto m’aicolti % E poi contentalo morirò » C Uu, Ti ferma. d Caia^ Sentir vò fue difcolpe, e poi che mora. De <?A(Di fcufar l’error mio pur fpcro ancora-\ li! Tullia s'inginaccbia avanti Ottani Jifioprtnda/f*. fui. O’ dì Roma) ò del Mondo * i, Invitto Euico, e Regnator Sovrano ■ Non è colpa in Cleonilla : Io nel mio ièflO, Serbo di fede fol l’alto, fplendore : ECajoèfol l’infido >' traditore. <*•••■ ' 3tt . Mà con voci amorofe , Quella Donna infedel pur ti parlava * Sf'TChe.mai dirà/) , . ec - O’ tradimento indegno. (metti <*l. Chi te’l niega / egli è ver : ma pria prò» . Vendicare il mio torto s E poi vedrai , , Se infcdeifù il mio cor , ie t’inganaL ili L’enorme fello egli non fcufa: e poi Cerca del torto fuo da me vendetta •- -*■ (L’innocenzadel cor, la dica il pianto-/ _ PiattiniJe. &.) J*' Stolto è certo colui. Lcr, Qie mai dir può te « Tul K