SECONDO. 4j 'oloF SCENA XI. entfl Cajo^ epoìTullia creduta 0fi ilio . * f ¥ C^UantoCl^iHa è fcaftra;ella fù coi rei V-tEoric ìnleggedo il foglio miojnei pfi- rive i! ella al certo pentita (to ;lio, ?[ a . el ”V° dolor V M à pure al fine > pensò ; con trama induftre 5? Mellaggier mi fè l’ifteffo Augufto, p or i DeHUo pronto peniiero io che Tinteli > Scollo dal grave affanno >. Campai dal rifchio ; ò fortunato-inganao.* *"• Cajo di Tulha un meffo edm ^ ^ arta mi reca iircui... ed ® Ca. si Tullia-è folo oppi „ Ca gio n - T*/. Parla di che - Del viver mio ; ’uoo » a fe . ntir non vò nulla , y intendami chi può che m’intend’io-,. j. io lemhro apunto *- Quel’Augelletto Che al fin (campò Da quella rete, Che ritrovò Nafcofa tra le frondè.. Che le ben fciolto Solo foletto Volando va ; Pur timido non sà «°J*i rÌV i? lga 11 p!ò « del paflato rifchio « confonde. rv -v. SCB*-