u ATTO Tul. Quello non fia giamai che ognor colla Più che tradita ell’è > ti ferba amore. (Ah crudo, ingrato amante; ah traditori Ca. Oftiiìo, immoto io refto In -veder con qual forza, Di Tullia efprimi il già paffato affetto ; fi dentro del mio petto, Pietà nafcer mi fai, fe non dolore. Tul Ella allor ch’io partii mi difse : amici "Semai Cajo vedeflì Dilli così . Ca - Che mai ti difse ? Tul. A (colta'- Ella afflitta piangea. E piangendo così, così dicea: A Slcal , Spergiuro amanti.- , Caro mio Traditor perche m’uccidi ! E Come di Tullia il nome, C Di Tullia un tempoàtè fi cara, òDid Q Dilprezzalli l’amor ! perche rompefti A Quel facro giuramento E D efier fuo fpofo ! e come ' le Soffrir puoi cKc attandonaCa ro viv3 -A Mà giache nel tuo cor io morta fono , P Crudel fvenami almeno ; e ti perdono E Cai. Così Tullia dicea, ma perche folo Frefc’ era il colpo allora. Tul. Ahi che così parlava , e parla ancora Cai. Ferma non più.. Tul. M’afcolta : Tutto non difli ancor. , .Cai. Taci tenprìego . Tul. Forfè perche ti muove L’infelice racconto, Qualche pietà de le fventure fue • C/?,. La cagion qual ne fia dir non pofs’io (Ahi che foloCleonillaè l’Idol inio.J Chi