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Erster Theit. t in Saale des Gewandhauses. Donnerstags, den 28- März, 17p 9. Sinfonie, von Andre. . i (Mad Schicht?) Scene, von Cimarosa. Gtovane sventurato, ecco vicino de’ tuoi miseri di 1* ultimo iftante. Tanta pietade (e mi punisca- Giove se adombro il ver) tanta pietä mi fai, ehe non oso mirarti. II Ciel volesse ehe potess’io dissimular l’errore; ma non lo posso, o figlio! ' II volto, il guardoil cislio. la voce di costni nel cor mi desta 1 un palpito improvviso. ehe to’risente in ogni fibra il sangue. Fra tutti i miei pensieri Concert auf der Clarinette r • ’ la cagion ne rieerco, e non la trovö. Che sarä, giustiDeiy questo ch’io provo ? 1 Non sö donde viene quel tenero affetto, quel moto, ehe ignoto mi nasce nel petto; quel gel, die le vene scorrendo mi va. Nel seno a destarmi si fieri contrasti non parmi chfe basti la sola pietä. (Hr. Maurer?) Duett mit Recit. von Paifiello. (Mad. Schicht und Hr. Klugei) Aristea. E mi lasci cosi ? Va; ti perdono, pur ehe torni mio sposo. Megacle. Ah si gran Sorte non e per me! Arist. Seriti. Tu m'ami ancora? Meg. Quanto Vanima mia. Arist. Fedel mi credi? Meg. Si. come bella. Arist. A conquistar mi vai? IVleg. Lo bramo almeno. Arist. Il tuo valor primiero hai pur? Meg. Lo credo. Arist. E tincerai? Meg. Lo spero. Arist. Dunque allor non son’ io, caro la sposa tua? Meg. vita . . . Addlo. Ne 9 giorni tuoi feiler ricordati di me. Arist. Perch'e cosi mi dici, anima mia, perche ? Meg. Taci, bell’ idol mio. Arist. Paria, mio dolce amor. Meg. eAr. Ah cheparlando, ( o hDio 1 a 2. Ah ehe tacendo, j