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Wagner, Rienzi Ouvertüre Si dimentica facilmente ehe il catalogo wagneriano annovera tre opere liriche concepite prima dell’ininterrotta Serie di capolavori compresi tra L’olandese volante (1843) e Parsifal (1882). Queste tre opere-Le fate (1835),// divieto d’amare (1836) e Rienzi, l’ultimo dei tribuni, (composta tra il 1837 ed il 1840 e presentata il 20 ottobre 1842 al Teatro di corte di Dresda) sono considerate pure testimonianze dei primi passi di Wagner nel teatro musicale e giudicate di scarso interesse in quanto legate all’ereditä operistica tradizionale. Complice anche il ripudio da parte dello stesso Wagner, ehe le bandi dal Festspielhaus di Bayreuth, esse vengono eseguite assai di rado e piü per soddisfare una curiositä ehe per le loro qualita intrinseche. Alla non benevola consuetudine si sottrae solo la pregevole Ouvertüre del Rienzi, ehe figura con discreta frequenza nei programmi concertistici e contiene al proprio intemo aspetti di degno interesse non solo in una prospettiva rivolta al passato, ma anche per le premonizioni dell’originale linguaggio musicale del venturo “mago” di Bayreuth. In gran maggioranza tali premonizioni si trovano - e non e un caso - nella sezione ehe, secondo i canoni, dovrebbe esser considerata la meno importante: quella introduttiva, tradizionalmente dalla forma piü libera. Essa perö, aspetto rivelatore, cronometro alla mano tiene banco per piü della meta del brano, non potendo perciö stesso esser relegata ad un puro ruolo introduttivo, come del resto confermano le riapparizioni di alcuni suoi temi entro la seconda sezione. Dopo le note lunghe della tromba, altemate ad oscuri interventi in recitativo strumentale degli archi gravi e dei meno lugubri ma pur severi fiati in Stile di corale, un primo affascinante effetto viene dall’inatteso schiarimento armonico ehe conduce al sereno motivo lirico dei violini, caratterizzato da un intenso slancio all’acuto innescato da un gruppetto: figura melodica la cui rilevanza aumenta a dismisura per chi realizzi ehe anticipa addirittura il motivo chiamato, in conclusione del Tristano,adefinire,in Isolde, la sublimazione del proprio amore nel destino di morte. Ripetizioni del motivo lirico, in libera progressione verso l’acuto, conducono ad una breve transizione dove la salita progressiva degli archi sfrutta diffusamente la scala cromatica (effetto, anche questo, profetico) per un’intensificazione ehe sbocca nell’episodio piü scopertamente anticipatore dell’ouverture: nel dialogo tra ottoni ed archi, un tema dalla forte connotazione tensiva si dispiega su un piano armonico ehe possiede tutti i motivi d’interesse del Wagner maturo, sfruttando quelli ehe il Maestro definirä «intervalli sensitivi», tendenti ad offuscare l’univocitä tonale e procrastinare il punto d’approdo, distensivo, dell’armonia. La sezione prosegue quindi su ripetizioni del motivo lirico a piena Orchestra, sfocianti su un punto culminante ehe ripropone il tema tensivo sul rullo delle percussioni. Gli squilli di tromba ricapitolano poi il discorso, ehe si sofferma non brevemente su grandiositä accordali e varianti delle idee precedenti, conducendo infine alla seconda e meno originale sezione, dove la figura ritmica di polacca accompagna un’idea risolutamente scandita, non immemore dell’energica rudezza di certo tematismo weberiano. Sanguigno, estroverso e deciso, forse a tratti pompier ma non senza interessant! effetti