Mat. 9 a 2. Con. Chor, und zweites Finale aus Titus, von Mozart. Che del Ciel, ehe degli Dci Tu il pensier, l’amor tu sei, Grand’ Eroe, nel giro angusto Si moströ di questo di. Ma caion di meraviglia Non e gi, felice Augusto, Che gli Dei chi lor somiglia Custodiscano cosi. In guardia voi l'avrete, Vita per vita io do. Ch’io fugga ha giä timore L'amico giä sta in gabbia. In debole furore Giä termin la rabbia. Dä tempo, e a poco, a poco S'accrescer quel fuoco. Mi guarda di soppiatto, Sospira come un matto. Oh! Quanto e mai ridicolo ! Amor giä lo molesta, Amor il cor gli rosica, Amor gli fa la festa. Tenetclo, legatelo: O ai pazzi se ne va. Cor. Piü non intendo affatto. Sospiro come un matto: M'oscillano le artcrie, Mi rotola la testa; Mi sento in petto un mantice, Nel sangue una tempesta; E sottosopra il cerebro Cosa pensar non sa. Gin. La guarda di soppiatto, Sospira come un matto. La vampa del Vesuvio Gli bolle nella testa. Ncl petto ticnc un timpano, Che batte, c non s’arresta: Trema, vacilla e palpita, A sdrucciolar sen va. La gelosia mi lacera; Ma il cor vendetta avrä.