Concertino für die Flöte von Fürstenau, vorgetragen von Pär. Isella. Isidoro. Pietro. Oh faccia dnnque presto, Di cor l’aspctta qua. Herrn Grenser. (Neu.) Ensemble aus dem Sargin von Pietro. II re non e venuto, V’accerto, Signor mio, L'avrei ben conosciuto, Bench mai nol vid’io, Poich di certo il re, Capperi ! e proprio il re. Sargino padre. I miei vassalli all’ or- dine Stian pronti per riceverlo; Dargli dovuto onore Possibile non e. Isella. Per me non vedo l’ora Ch‘ ei venga a noi vicino. Isidoro. Non ho pranzato ancora, Cosi ne son bramoso. Pietro. E tanto valoroso, Che l'amo di buon core. Sargino padre. Ed ei per tanto amore Compenso a ognun darä. Sargino padre. Dov’ e Soffia? Pietro. Vedetela, Sen vicn con vostro figlio. Soffia. Io ) reggi, o Sargino figlio. Deh tu mi ( cielo, sno , , .... Nel mio crudel penglto! Sargino padre. Vieni, Soffia diletta, Vien, ch'io ti stringo al sen ! Sargino figlio. Mio padre ! voivedete — Soffia! — Sargino padre. In lei vegg’io Lunica mia speranza: Ma chi nel figlio mio, Chi deggio contemplar? Soffia. Egli ha de’ torti, e vero, Mä voivedrete adesso, Che arriverä se stesso Da forte a superar. Sargino padre. Voi lo scusata ognora, Mi lusingate ancora! Ah, ehe tu sei mio figlio Mi lice dichiarar? Pietro. Per bacco ! lo potete. Nel tempo suo preterito Tcneva ascosto nn merito Che fa trasecolar. Sarg, padre. Sargin ! d'essermi figlio Tu degno alfin sarai? Si ? avanzati! la prova Jo qui ne voglio omai. Tu tremi? — Pietro. Oh ehe babbionc ! Sarg, figlio. Ah tanta umiliazione — Sargino padre. Tu piangi? a un uomo il pianto ? Sargino figlio. Siete terribil tanto. Soffia. Siategli padre e amico! Pietro. Or ora la frittata Affe ehe qui si fa. Soffia. I Ah si ch’e alfin cessata Isella. ( La gran fatalitä. Isidoro. Ah si ch’e alfin cessata. Sargino. La^’ fatalitä. • nnId 9 Sarg, padre. Ah non e ancor cessata La mia fatalitä. Vieni, da te dipende L’avere un padre amante, Dell’ armi in sull’ istante Un agile destriero 040