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Lucr. Ecco chi trasse il misero Ariodante Disperato a morir; e dessa, amici, La perlida £ costei. Gin. Ferraa, ehe dici? Ariodante mori, o Dio! Ma come? Ahime! ah, ch’io moro! Re. Misera liglia! Ah dite Polinesso. Sire! Quäle seiägura! Qual perdita fatal! — Per te, impudica, Äh desti orror! del regno, Per te l’amor peri, cadde sostegno. Un amico perdei, Tutto chiede vendetta, della legge L’esecutor son io; -d’essa paventa. Tu, ehe onestä, ehe amor ehe fe violasti: La giusta pena tua subir dovrai, E infame, e su vil rogo, empia, morrai. Gin. Basta, furia infernal! basta. T’invola, Fuggi dagli occhi miei, Mostro! — Nou ero abbastanza infelice Senza Ariodante mio. Che d’un colpo maggior d'ogni dolore. — Vieni spietato, a lacerarmi il core. Ginevra rea? — Gitievra infame? Ah tutto Si tutto' a tollerar pronta son io; Rendimi, se lo puoi, piü trista ancora Sazia del tuo furor su rae le brame; Ma rea non ini chiamar, non dirmi infame. Gin. Di mia morte, s’hai desio, Versa tutto il sangue mio; Ma rispetta l’innocenza, Ma l’onore non m’involar. Coro. Non vantare piü innocenza, Piü l’onore non vantar. Gin. ( (Tu ehe vedi, o ciel demente, I ) Se quest’ anima e innocente, I 1 Mi diflendi in tal periglio ) (Per pietä, non mi lasciar. Polin.\ f Al suo duolo, a’suoi lamenti Lurc. I 1 Io mi sento a consolar. il Re, el f Quegli accenti, que'lamenti Coro. {Mi vorrian pietä destar. Gin. Ma voi tutti, oh Dio! tacete? Tutti ohime! m’abbandonate?