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§ von G. F. Händel, gesungen § ■Eim ■ — Enra—etth Mura felici, ove il mio ben s’aggira, Dopo piü lune io, vi riveggo. Ah, voi piü al guardo mio non siete, Come lo foste un di, ridenti e liete! Qui nacque, fra voi crebbe l’innocente Ardor 1 — Quanto soave Fra voi scorrea mia vita, Al fianco di colei Che rispondea pielosa a’ voti miei. Nemico nembo or vi rattrista e ag- ghiaccia II povero cor. Mano crudele A voi toglie, a me invola, oh, rio marliro, La vostra abitatrice, il mio tesoro. Elena! Oh tu, ch’io chiamo, Deh, vola a me un istante, Tornami a dir: io t’amo, Serbami la tua fö! E allor di te sicuro, Anima mia, lo giuro, im Saale des Gewandhauses zu Leipzig; Donnerstag, den 30. Januar 1851. V X X Ä 11 *x V, o Erster Thell. Ouvertüre zum Freischütz, von C. Maria von Weber. Arie aus Israel in Aegypten von Frau von Strantz. Bringe sie hinein und pflanze sie auf den Bergen deines Erbtheils, an den Ort, o Herr, den du gemacht hast zu deiner Wohnung, und zu deinem Heiligthum, o Herr, das deine Hände bereitet zu deinem Heiligthum. Fantasie für das Violoncell, von Kummer, vorgetragen von Herrn Fr. Grützmacher (Mitglied des Orchesters). Recitativ und Arie aus „la Donna del lago ct von Rossini, gesungen von Frau von Strantz. Ti toglierö al piü forte, 0 morirö per te. Grata a me fia la morte, S’ Elena mia non 6. Oh! quante lagrime Finor versai, Lungi languendo Da tuoi bei rai! Ogn’ altro oggetto E a me funesto, Tutto e imperfetto, Tutto detesto; Di luce il cielo Nb, piü non brilla, Piü non sfavilla Astro per me. Cara, tu sola Mi dai la calma, Tu rendi all’ alma Grata merce.