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o e g e n n und Februar i8o5. Zweiter T h e Madame Schicht Büttner. all’ ombra degli estinti idea di vita, teco sempre vedrai quest’ alma unita, Parto, e ver; ma in questo pianto lascio il cor, benmio, con te. Ahsiatroce, e amaro tanto il morir per nie non e. Mä ehe veggo ’ al morir mio, careluci, oime, piangete? Ah se paghi ancor non siete di due cori a tanti affanni, dite pure, o Dei tiranni, quando mai vi placherö? neu componirt und gespielt von n c e g e b von r t o d Her Concertmeistcr des eisten Ouvertüre, von Mozart. Duett, von Righini, gesungen und Erster Theil. Sinfonie, von Mozart. Scene, von Righini, gesungen von Mad. Schicht. Ah cara sposa! Ah mia sventurata cagion di tenerezza e di dolor! Non posso d’ una fiainma infelice ragionarli mai piii. Questo e 1’ estremo momento, in cui m’ e dato il piacer di mirarti. Con quei flebili sguardi per mille occulte vie l’anima miricerchi. Io vado amorte, mä il tuo nome saranno 1’ ultimi accenti amici; io t’ amo , e se resla C o n c e r t auf der Violine, Herrn Rode. Dienstags, den 22. r Consuls in Taris , « 9 des Conservatoriums daselbst. von Hrn. Enea. Io di fe la chieggo in pegno. Lavinia. Tanto chieggo auch’ io da te". —