Volltext Seite (XML)
hj monte, P Hl P P P p P p p P p p p p p P F otrö forse de miei mali amarezza temperar. Nö, per nie non v’e piü bene, abborrita da nie stessa, io dovrö da mali oppressa i miei giorni terminar. Scene, aus Enea ne! Lazio, von Righini, gesungen von Hrn. Craelius, Königl. Schwedischem Kammersänger. Dove son? dove vö? La schiera amica dove lasciai? — Della Cittade al porto, all’ incontro de’ Teucri, mentre io stesso la guido, in un momento perdo il noto camino! A me d’intorno alcun de’ miei non miro! Dove solo m’aggiro? E chi frä questi nudi sterpi, erme fonti, umidi sassi, ignoti al passeggier, guida i miei passi? Ma, sia caso, o prestigio, non si spaventa il cor; servon di sprone, non d’inciampo alla gloria, i rischi, e le fatiche, e le funeste ire d’avversa Sorte son necessaria scuola a un’ ahna forte. Ah, t’intendo, avversa Deal Dell’ error cagion tu sei; tu sol godi a’ mali miei, all’ idea del mio periglio, sempre amante al Teucro figlio, sempre sorda al mio dolor. Mä. Io sdegno, ehe t’ accende, atterirmi inran presume; mi protegge un’ altro Nume, mi aifende il mio valor. ß K In ß iä IH ß S B B B B B B B ’n ß ’n B ’n ß B ’n B ß Zweiter Theil. Ouvertüre, von Mozart. Concert auf dem Violoncell, gespielt von Hrn. Voigt. . . Arie, von Süssmayr, gesungen von Mad. Buschmann. . . Scalza al suon di rozze avene io tessendo andro fiscelle, condurrö le pecorelle lä sul prato a pascolar. Ed ignota, al prato, al fra lavori pastorali, {] €/ p p P