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Goffredo. Chenarri ? (Taner?) E’ dun- que ver?... (Rini) Fräpoco al Duce ella stessa verrä; veder potrai.,,,. potrai udir da lei Ah! ehe de’giorni miei e questo il piü felice! e del piacere nel bei trasporto, onde agitar m’in- tendo se il cor goda, o s’affauni, io non comprendo. Non so dir, se sia tormento, non lo posso, oh Dio! spiegar; e un eccesso di conteuto ehe mi sforza a palpitar. Fin quel vago volto istesso or piü amabile si rende, tal dilelto or l’alma intende, ehe non mai provö in amar. Par- ehe gema il core oppresso nell’eccesso del contento; non so dir, se sia tormento, non lo posso, oh Dio! spiegar. Ah! beato e ben quel core, in cui van d’accordo insieme con l’amor la Fe, l’onore, e si sente innamorar. Goffredo. Che piü ci rnanca, o forti, il trionfo a compir? CaddeAladino ehe in Solima regnö, sotto l'acciaro del inio fedel Kaimondo, il braccio mio trasse a morte Emireno, a cui lim- pero allidö di sue schiere d'Egitto il Re; voi giä di morti un monte innalzaste sul campo, e für da voi Solimano, ed Argante estinti alfine, onde compir la strage, ehe frä mille perigli in rnille modi, fei’ de prodi nemici i nostri prodi. Taner. Ed a premiar Taffetto del raweduto Eroe, cortese il Cielo ravveduta l’amante oggi conduce, ehe a tante prove del poter soprano novella prova aggiunge nel cangiamento suo. Rinaldo. Vedi, ehe giunge. ■Arm. Signor, deh raalgradita non sia ch’io giunga a te. So ehe Ifl potrebbe Gj punirnii ilgiusto Duce, ilDuce pio, [n so ehe m’accoglierä. Goffredo. Certa esser puoi flj ehe anzi cara mi sei, se e ver, ehe ru estinti $ son gli odii in te, ehe contro noi $ nudristi, M e se al lume del vero il ciglio apristi. w D’obblicr si sparga adesso K ogni passato error! q Rinaldo. Gli orditi incanti, ehe in ajuto de’ tuoi tentasti, (e quindi Q) forse nl ha luogo una scusa) alfin tu vedi ehe furo arti ministre a te di pena, p] di gloria a noi. Taner. Nell’incantata selva uj vinse Rinaldo ogni prestigio. 111 Goff'-edo. Oi- cadde vintaSionne; ed assalilo a un punto da Ile altre schiere il formidabil [“ campo, rJ ehe tutt’Africa in arme rO in sen chiudea, disparve in uii ba- leno. H Armida. Se non vedessi appieno, W ehe te, Rinaldo, e i prodi tuoipro- ui te gg e . Gl Name possente, contro cm non vale Q! uman valor, ne infernal forza, a- ra desso nl stupiditä saria. p Goffredo. Dunque il sentiero, nj ch’egli t’addita col benigno raggio, S siegui da questo di. Taner. De’ nostri acquisti ui il piü gradito, e raro [n omamento or tu sei. [n Rin. Vieni al mio seno, or ehe senza rossor, ehe amarti posso, nl alma dell’alma mia, con noi t’ae- nl costa nj al tempio, all’ara; ivi a rinascer vieni Iß