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nl Zwei Ri- e ffl pJ ffl N M Sä a a ki rfl Amor! Nol credi HJ P nl Ouvertüre, von Heine. Gerusalemme lib er at a, Opera eroica, di Filistri e gliini. Partizione seconda. Coro. Ecco al vento giä spiegato il vessillo vincitor, de’ Pagani a estremo fato, e de’ Franchi a eterno onor! Arm. Ah gia cesse la Rocca! Ahi! quanta strage fer de’ Pagani i Franchi! E dunque invauo s’armö d’Asia, e di Libia il popol misto, invan forza d’inferno a Goffredo s'oppose, e non purpägo esser puo l’odio mio, contro Rinaldo ahnen? Furie d’abisso, Eumenidi, Gorgoni, Centauri, Gerioni, uditemi, sorgete? Al noto segno dell’incanto temuto s’apra il gran centro, e si spaventi Pluto. Ah! ehe sordo l’averno! e mi con- trasta di vincere l’onore forza, e saper del mio saper maggiore! Inutile stromento, vanne spezzato al suol! Che mai mi valse arte d’incanto? ehe mi valser mai l’armi, ch’io cingo? Da me lungi andate impacci vergognosi! A ehe vi serbo di sangue ancor digiuni ? Ah! que- sta vostra viltä emendate almeno, , tingervi in questo seno I colpi, ehe nel petto oh Dio, non sente, io sento in tal momento, di speme, e di tormento mi l'anno delirar. potrebbe almen, se nell’ altrui si lenti finor foste a ferir. Taner. Ferma! ehe lenti? Arm. Chi mi trattien? chi veggio? a ehe nemico ti presti in mia difesa? Taner. Un insensato furor merta pietä. Arm. Forse a Rinaldo promettesti svenarmi, e ch’io ne in- voli il colpo alla tua man, mal soffri? Taner. Estin ta ne Rinaldo ti vuol, ne a colpo indegno presta l’acciar Tancredi. Ah! can- gia, Armida, cangia pensier! tu te medesma in- ganni: ' credi, ehe d’csso a danni un giusto odio t’accenda, e in sen non ti arde ehe un irritato aniore. Arm. Taner. adesso, il sö, mä pure e vero. In lui ti figuri un nemico: io mi figuro un tuo amante in Rinaldo > Arni. Amante!.... Taner. E credo, ehe t’amera, sol ehe tu il voglia. E' sacra legge ad ogn’uom comune di servire al dover; serve Rinaldo fedele al dover suo, serve alla legge ß2 (L’ingrato,] 1 L’ingrata, i e invan sto a sospirar.