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Che in quell’ abisso freme disperato. II mio Silvio adorato Lo lacera, lo accieca, lo tormenta. Vedi come ei si scnote, e si lamenta. Oh vendetta! oh piacere! — — Di quanto vidi, ah! non e vero niehte. Solo e ver, ehe dal seno Mi staccaste il mio ben, ehe senza lui I’iil viver non poss’io: ' . Dove sei? Dove sei, caro idol mio? Ah! chi sä, dov’e il mio bene, Ma d’un fato crudel e tiranno Io saprö trionfar. E l’alma, e il cor donai A tc, bell’ idol mio; E l’alma, e il cor vogli’io Fedele conservar. Minacci pur la serte ; Dell’ ire sue mi rido: Ti cinga di ritorte : Io del mio cor mi fido: Mandi, se vuol, la morte - Non dubitar, mia speme, Ah!cheilduolo,Iasmania,l’affanno Ancor fra l’ombre insieme Mi fanno vaneggiar. Polremo riposar. Concert auf dem Pianoforte, compon. von Mozart, von Hrn. Musikd. Müller. Scene und Arie mit Chor, von Pär. (Die Solo-Par gesungen von Demois. Käser). Orazia. Lascia almeri, eh’io riprenda Lo smarrito vigor. Colpo si atroce Mi gelö il sangue, e m’arrestö la voce. (I germani, o lo sposo Dunque perder degg’io! Che sciagura crudel! Che caso c il mio! Ah nd! tanta costanza, Alma capace a superar non sento Il terribile orroi- d’untal momento). Ah! ehe l’alma meerta e oppressa Piü non regge in tal cimento. Deh! ’1 mio barbaro tormento Desti, o ciel, la tua pietä! Chi mel dice per pietä? Voi presenti alle mie pene Non usat ■ crudeltä. Mio dolce amore, Vieni, t’affretta: Piange, t’ aspetta La tua fedel. Ne torni ancora (Mi manca l’anima) A chi t’ adora ? Fato crudel!