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3 - h 5 c 5 3 Frä mille idee gioconde il mio pensier vagava; allor ehe uii dolce sonno le inie pupille aggrava, lä siedo, m’ addormeuto, tutto contento e il cor. b ji 3 5 5 ’5 £ Sogno, e mi par sognando, ehe in un giardin io fossi, dov’e i Hör bianchi, e rossi, 1c plante; e tutto quanto formava un grato incanto all’occhio ammirator. 2 2 h $ h 4 3 5 ft i ? 5 ? 3 Aboulcassem. fmisci ... io tutto Dardane. Si, Signor, tutto Sargino Figlio. Ah qaal crudel cynento' Soffia. Mä ohime, ohime! .. (Jusuf) Deh segui .. (Dard.) Il mio contento va a cangiarsi in spavento. Barbaro fato! Ah piangete con me, mi manca il fiato. E a me manca il respiro. (Jusuf.) Oddio! mia cara, palpito dico, A _ il Nume e punitor.” Ah Signore, il sogno e questo, sogno, oh Dio! per me funesto; tremo tutta di paura, niun couforto m’assicura, quel la voce io sento ancora, tutto, tutto m’addolora; se pietä nel cor sentite compatite il mio dolor. Concert auf der Clarinette, geblasen von Hrn. Terzett aus Sargino, von Pär. Gesungen von Alberghi, Hrn.. Büttner und Hrn. Schulz. Sargino Fadre. Quel labbro olä sciogliete, ma pria pensar dovete ehe io ve lo comando, _ e ehe lo esigge un Re. gelar per lei mi sento. IT regio cenno onoro, d’un zio il voler rispetlo: ma legge nell’ afletto ricusa il cor da me. . (Jusuf.) Oddio! mia cara, , e languisco. e v’ ubbidisco. r i a. Quar.do si turba il Cielo, vedo oscurarsi il giorno, trema la terra intorno, tutta son’io di gelo, cado dallo spavento, ed una voce io sento ehe accresce in me l’orror: „Trista! piü non ramraenti „quello ehe al Ciel giurasti, „tu sposa altrui diventi, ,, tradisci quel ehe ainasti; „pensa ehe de’ spergiuri Barth. Demoisellc 5