Tancredi. Gl Tancredi. Goffredo. iu ki Rinaldo. Tancredi. Goffredo. s Gi Hl n] Hl Goffredo. Rinaldo. ogni guerrier raccollo al proprio nome invitto publico onor procura, alle private eure poscia potrem pensar. S u ß| u u G m m ß ru ui m ß u 11 c UJ 5 K ffi H u Quinci non lunge, o Duce, e il fier Circasso Argante, con cui pugnar dovetti. Ebben! Io chiedo libeitä per brev’ ora, ende il superbo col mio brando punir. E braino anch’io l’orgoglio rintuzzar dell’ alma audace, ehe mi taccia di vil, perche mancai senza mia colpa (il sai) il prefisso cimento. Ed a Goffredo chiede Tancredi in tal momento, e chiede Rinaldo un tal favor? Partir dal campo i campion della fe vogliono allora ch’e piü d’uopo di lor? Ma e pur dovere. Ma degg’io. Che dover? Deesi alla rocca ehe nel fiero certarno (in cui pur ces.se la citla) non si rese, nuovo assalto recar da quelle schiere, ehe a Raimondo alfidai, e la vittoria allor, "da voi sperai, Gli altri guerrier da tergo, mentre al Moria s’appressa, sorprender dee l’oste d’Egitto; io stessO li guido, e se l’offeso pie mal regge al suo peso in suli’ arcione, pugnar sapi ä la man. Chi frä le stragi illeso e aneor ben piü di nie, dovria affrettarsi alla pugna. Oggi il gran voto sciogliersi de: questo de’ Eranchi e il solo, il commune desio, il dover d’ogni prode, e il dover mio. Ma giä d’eutrambi in volto leggo il desire istesso, vi veggo a me dappresso in campo trionfar. Nel publico conflitto Tancredi. Rinaldo! QRin.'} Amico! (Tanel) Orchefarem? (Rin.) Non era al nuovö di soltanto comandata la pugna? (Taner.') A quel ehe disse,